Un sacchetto di biglie per giocare e non dimenticare

Sacchetto di Biglie e la memoria storica

Immaginiamo di essere a Parigi nel 1941, più precisamente in una stradina sotto la Tour Eiffel, a giocare per strada con le biglie.

Ecco questo è il quadro iniziale che ci si pone, due fratelli, di origine ebrea, giocano per strada in una Parigi ancora pacifica, per poco, il Padre che di mestiere fa il barbiere li guarda dalla vetrina della sua bottega.

Da lì a poco tutto cambierà.

La Guerra e i Nazisti sono in arrivo.

Joseph e Maurice Joffo non sono ancora adolescenti, ma dovranno imparare presto a cavarsela, sarà proprio il Padre a dirgli che devono allontanarsi da Parigi per stare al sicuro.

Hai due figli e li mandi via lontano da te.

Ecco non serve aggiungere altro ad un incipit così toccante, se non che noi leggeremo la guerra tramite gli occhi di questi due bambini.

Fuggiranno, certo, saranno aiutati, certamente, e i Nazisti li troveranno, senza dubbio.

Cosa succede dopo? No Spoiler, come sempre.

La forza di questo libro risiede nella sua semplicità e nella sua sincerità. La narrazione di Joffo è priva di fronzoli, ma intrisa di una profonda umanità che cattura il lettore/lettrice fin dalle prime pagine. Attraverso le loro esperienze, ci viene offerta una prospettiva intima sul terrore e la disperazione vissuti dagli ebrei durante quegli anni bui della storia europea.

Uno degli elementi più commoventi di “Un sacchetto di biglie” è la forza dei legami familiari e fraterni che emergono nel mezzo dell’orrore. Joseph e Maurice sono uniti da un amore e da una determinazione che li aiutano a superare le sfide più insormontabili.

La loro resilienza e il loro coraggio sono un tributo alla forza dello spirito umano anche nei momenti più disperati.

La prosa di Joffo è fluida e coinvolgente, trasportando il lettore attraverso una serie di eventi emozionanti e spesso angoscianti. L’autenticità della sua voce rende ogni pagina del libro incredibilmente potente e memorabile.

Sapete che queste sono tematiche a me care di cui ho parlato qui.

Esiste una versione cinematografica qui.

In definitiva, “Un sacchetto di biglie” è un capolavoro letterario che ci ricorda la brutale realtà dell’Olocausto attraverso una storia di coraggio, amore e sopravvivenza. È un libro che lascia un’impronta duratura nella mente e nel cuore del lettore, e che merita di essere letto e ricordato per generazioni a venire.

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